
Igienizzare fino alla morte
La più grave ossessiva che abbia mai visto nella mia attività professionale era una signora sulla sessantina. Nella visita domiciliare si trovava stesa nel letto, la testa immobile sul cuscino, con le finestre semichiuse. Il marito era seduto al capezzale, obbediente ai suoi ordini, che impartiva senza muovere un muscolo. Tutto nella casa era igienizzato, sanificato, disinfettato decine di volte al giorno. Le sue mani erano screpolate dalla varichina che usava in dosi massicce per uccidere i microbi. Dappertutto c’erano centinaia di minuscoli oggetti kitsch che erano stati direzionati su un asse perpendicolare rispetto alla linea ideale che, nei suoi calcoli, congiungeva l’ospedale psichiatrico di Firenze con quello di Lucca.
L’ordine era perfetto, con qualche selettiva disattenzione: le unghie delle sue mani erano sporche. Tutto era paralizzato, pietrificato dalla sanificazione e dalla rigidità infinita del suo pensiero che controllava microbi e movimenti mentali e fisici.
La vita era rimasta fuori della porta d’ingresso.
Articoli Correlati
Igienizzare fino alla morte
Dicembre 9, 2020
La più grave ossessiva che abbia mai visto nella mia attività professionale era...